COME LA TRACKSUIT DI NEEDLES È DIVENTATA UN MITO

Negli ultimi anni la cultura dello streetwear made in Japan è diventata sinonimo di sofisticazione, ricerca e stile estremi: dalle onnipresenti foto dei ragazzi di Harajuku negli anni ’90 passando per la crescente rilevanza della Tokyo Fashion Week e dei suoi designer, i brand di moda giapponesi hanno trovato un cult following in Europa e nel mondo. Il principale di questi brand è forse Needles, marchio che fa parte della famiglia Nepenthes fondata nel 1988 da Keizo Shimizu.
Nepenthes era nato come un importatore e retailer di prodotti americani in Giappone che si era poi rapidamente espanso al design di prodotti propri, presenti sotto la label di Nepenthes e sotto quella di Hoggs. Quest’ultimo brand, dopo una questione legale legata ai trademark, si tramutò in Needles verso la fine degli anni ’90, in risposta alla crescente scarsità di vintage prodotto negli Stati Uniti. Il brand iniziò quindi a riprodurre i classici dell’estetica americana con i tessuti giapponesi creando un’estetica insieme nostalgica ed eccentrica, che univa tanto lo sportswear californiano che il workwear del Nord America. Durante gli anni ’80, Shimizu si trovava in America e vide in un film un attore indossare gli ATP Track Pants di Adidas insieme ad una giacca sartoriale e a una t-shirt – il look lo colpì e lo influenzò così tanto che, nella collezione FW08 di Needles, il designer introdusse i primi track pants. L’idea di creare il track pant nacque durante uno dei molti viaggi in America di Shimizu, che mentre era a Berkley vide in un negozio vintage un pantalone da corsa giallo e bordeaux con cinque strisce invece che tre e decise di produrne una versione propria. Al design finale, oltre al dettaglio delle cinque strisce, venne anche aggiunta una farfalla ricamata ispirata al film Papillon del ’73, in cui recitava Steve McQueen di cui Shimizu era un grande fan. Il design della farfalla, che poi diventò il logo stesso di Needles, nacque proprio con i track pants – occorrenza rara nella moda, in cui spesso i loghi vengono prodotti insieme al brand stesso e non a dieci anni dalla sua fondazione. I primi due modelli prodotti erano nella colorway Nero/Viola e in quella Bordeaux/Giallo – ancora oggi le colorazioni classiche di Needles. Le ispirazioni per le diverse colorway si ispirano tuttora ai colori dei team atletici dei college americani, anche se l’idea iniziale era di distanziare quei pantaloni dallo sportswear vero e proprio. Le strisce laterali venivano create in origine rallentando volutamente il ritmo delle macchine tessili per dare alle fibre un aspetto più vissuto e simile alla lana. Tutti questi tessuti sono prodotti da un singolo macchinario d’epoca presente nella fabbrica giapponese del brand – e quando quest’ultimo si romperà del tutto non sarà più possibile riprodurre quel tessuto. All’inizio i track pants non ebbero successo – ma per quasi un decennio Shimizu continuò a indossarli in sostituzione dei classici jeans. Presto la sua abitudine di indossarli si trasmise allo staff dei negozi Nepenthes e, infine, ai buyer del brand che portò, nel giro di sette o otto anni, all’esplosione di popolarità dello stile. Il principale responsabile di questa esplosione in popolarità fu A$AP Rocky, che durante il boom dello streetwear iniziò a indossarli attirando sul brand l’attenzione del pubblico che scoprì la storia di Needles e trasformò la passione per il marchio in collezionismo. Tra l’altro, nel corso dei loro tredici anni di vita, i track pants vennero prodotti con colorway diverse e tessuti unici per ciascuna collezione e sono diventati i protagonisti delle collezioni del marchio. Infatti, lo stesso Shimizu ha affermato in un’intervista di definire prima di tutto i colori dei pantaloni e poi creare il resto della collezione intorno a essi. L’operazione fu un successo, tanto che Shimizu raccontò nella stessa intervista di come molti clienti abituali venissero allo store indossando le tracksuit complete, una specie di divisa per testimoniare la loro appartenenza alla community del brand.